mercoledì 18 febbraio 2015

Sherlock e il suo iPhone

Titolo: Sherlock                                                                                              Versione italiana

Titolo originale: Sherlock
Ideatore: Mark Gatiss, Steven Moffat
Paese: Regno Unito
Rete inglese: BBC One



Amante dei detective senza distintivo, cresciuto con Edgar Allan Poe e la poetica figura dell'investigatore Dupin, colui che ha ispirato persino i manga giapponesi con Conan il detective o con la signora Fletcher (così, volendo); mi ritrovo a parlare di uno Sherlock sommerso dalla tecnologia. Chi l'avrebbe detto? Non trovando una modernizzazione in senso stretto, ma una riuscita trasposizione ai nostri giorni.
Scrittura, regia, fotografia e interpretazioni eccellenti. Uno dei migliori esordi di stagione da molto tempo. Un omaggio a "Uno Studio in Rosso", primo romanzo di Doyle e si parte con uno dei personaggi più affascinanti di tutti i tempi.




- Sherlock Holmes in Benedict Cumberbatch: Nella prima scena già si delinea lo Sherlock che conosciamo dai romanzi: un giovane uomo metropolitano pulito, con cappotto Belstaff da 1000 sterline, elegante nell’abbigliamento, felino nelle movenze e nello sguardo. La misogenia e l'osservazione lo contraddistinguono, l'arroganza e la sicurezza di sè rendono il personaggio unico e al di sopra di tutto. Sherlock è la pura logica, è pura sintesi del concetto. Si sostituisce la pipa con dei cerotti alla nicotina, ma si mantiene il solito indirizzo in Baker Street, eliminato il galateo che lo Sherlock di un tempo portava con sé e lo lasciano libero di essere scortese, di offendere, di mostrare ancora di più la sua superiorità intellettiva. E per i lettori di Holmes c’è solo da divertirsi nella caccia ai dettagli.




- Dr. Watson in Martin Freeman, il medico ex militare tornato dall'Afganistan che si scopre non timoroso di tornare alla vita civile, ma nostalgico della guerra, Sherlock fin dal primo sguardo lo osserva, lo comprende e capisce in un attimo più di quello che la sua analista ha fatto con più sedute. Interpretazione del nostro ormai ex Bilbo Baggins, eccellente. Anche in questo si denotano fin da subito le caratteristiche chiave del personaggio. Martin Freeman dà vita ad un dottore che si emancipa dal ruolo di secondo, divenendo per l’investigatore un compagno alla pari.





E qui in partcolare, non hanno sbagliato nulla. La coppia Sherlock - Watson è perfetta: dove c’è l'investigatore con il cellulare in mano non di sua proprietà, c'è Watson a domandargli dove l'ha preso; fin dal primo incontro sono riusciti a creare la incontroversibile verità: senza l'uno, l'altro non può diventare grande.




- La tecnica della trasposizione messaggi - pensieri è una delle idee più innovative del telefilm, dove appaiono in primo piano i messaggi, rendendoci partecipi non soltanto di ciò che bisogna sapere riguardante la storia e la sua trama, ma anche per conoscere i pensieri di Sherlock; è come se quella trasposizione ai giorni nostri a cui abbiamo accennato fosse finita, non si sa bene come, al centro del progetto realizzativo del telefilm. Come se il regista voglia sottolineare la volontà di creare un personaggio con la stoffa di Sherlock nei giorni nostri, per garantirgli quel posto che gli spetta nella vita reale, nella nostra vita quotidiana attuale. [SPAM!]
[E la trasposizione ai giorni nostri non avviene solo da un punto esclusivamente tecnologico (pensate come sia proprio il GPS a "risolvere" o almeno a facilitare l'intreccio)] ma anche la componente psicologica non deve essere sottovalutata. Assurdo e paradossale in un film dove la logica gioca da protagonista e mette in scacco ogni emozione. E come se non bastasse, è proprio lo stesso Sherlock a fare da filo conduttore riguardo la psicologia, correggendo uno dei poliziotti, che lo definì con tono irrisorio uno psicopatico, affermandosi come uno sociopatico iperattivo. La distinzione fra sociopatia e psicopatia è incredibilmente moderna e in qualche modo è l'ultima sottolineatura di una serie contestualizzata ai giorni nostri.


Gli aspetti positivi di Sherlock sono talmente positivi da avere una consistenza, più che un valore numerico, uno degli inizi di stagione più belli da molto tempo. Una serie che fa della recitazione e della sceneggiatura uno dei suoi punti di forza, senza se e senza ma. Guardatelo e divertitevi, ma rammentate... Le poche puntate di una stagione potrebbero rivelarsi fatali per un ritorno alla posizione ricurva sopra i libri del primo Sherlock, firmato Doyle.



"Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità." - Sherlock Holmes

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